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Cosa è un Padre




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26/02/13 - 12:51 - Isabella 
Mi sono commmossa, sia perchè ho sentito la verità di queste parole in quanto figlia, sia perchè ora come genitore vorrei che mia figlia sentisse suo padre come non l'ho sentito io!
07/03/12 - 16:19 - Giuseppe (Cs) 
Questo filmato è commovente, non ho mai visto tanto trasporto nel definire concetti profondi e fondanti. Dimostra una vasta cultura ma non solo, riesce a collegare ambiti diversi con una facilità espositiva davvero ammaliatrice. Complimenti per il sito e la quantità di materiale che mette a disposizione di tutti gratuitamente.
24/01/12 - 18:35 - Sergio Forti (Verona) 
Bellissimo video, incredibilmente denso, profondo, fa riflettere tanto e soprattutto oggi che il valore della paternità è un pò in crisi poichè non esistono più i Padri veri, quelli che sanno limitare, quelli che sanno dire di no. Complimenti davvero per la brillante esposizione e la ricchezza concettuale, nonchè per la proprietà di linguaggio e l'ampiezza del discorso. E' un piacere ascoltare.
01/12/11 - 16:27 - M. R. (Milano) 
Valori che resistono, che sopravvivono! In un mondo che va alla deriva, in cui troneggiano egocentrismo, narcisismo, assenza del limite, godimento sfrenato e personale, esaltazione dell’osceno e dell’orrido, Lei Dr. Ruga rappresenta un baluardo di responsabilità valoriale. Dietro ai Suoi video, sotto uno strato puramente didattico – peraltro gradevolissimo – scendendo più in profondità, si può cogliere una dimensione sacra, un elemento infinito, che si incarna nello spiritualismo denso che anima il Suo intento chiaramente oblativo. Lei Dr. Ruga non sta solo tessendo un discorso “sul” padre; Lei diventa, incarna evoca, una figura genitoriale calda, una Imago paterna amorevole, accogliente, gentile, che si dona. Una lezione espressiva, indimenticabile e commovente.
28/11/11 - 17:02 - Don Duilio 
Carissimo Dottore, ho ascoltato con interesse questo Suo ultimo discorso, apprezzandone la chiarezza, la profondità di pensiero e l’ampiezza. Anche se non posso condividere nei dettagli il pensiero freudiano, posso cogliere il senso ultimo del Suo accorato appello ad una responsabilità paterna consapevole e forte. Un discorso pieno, denso di nobili qualità che Lei riesce a illustrare con sagacia, competenza e padronanza, del resto, sempre presenti nei suoi video. Con stima e gratitudine. Don Duilio
17/11/11 - 16:59 - Don Sergio 
Ci sono oratori freddi, distaccati, i cui discorsi lucidamente razionali spiegano e analizzano acutamente i concetti; e ci sono oratori caldi, che trasmettono stati d’animo, idee vive, maturate dal di dentro, viste e lette in trasparenza con la propria vita. Lei Dr. Ruga riesce a conciliare gli aspetti migliori di queste due anime spesso lontane e contrapposte. Come due sorelle esse camminano a braccetto lungo tutto il filmato, offrendo la loro umana presenza, spendendo tutto il loro talento, disvelandosi con generosa fiducia all’altrui ascolto. Non sempre il discorso “tecnico” è condivisibile da un uomo di chiesa quale sono, ma Lei Dr. Ruga, riesce a fare di questo un aspetto secondario, poiché ciò che mi sembra essere il nucleo del Suo argomentare è la possibilità di un riscatto, che si raggiunge solo quando assecondiamo la nostra più intima vocazione. La Sua disamina critica, abilmente seziona e mette a nudo la trama profonda di una vita, mostrando il senso stesso della vocazione: ovvero che c’è una ragione per cui siamo vivi e che questa va ben oltre i traumi subiti e i contesti ambientali in cui siamo cresciuti; dunque, oltre il padre biologico, assumendo una connotazione pienamente spirituale. La gioia, la partecipazione e la convinzione custodite nelle Sue parole sono indice di questa vocazione, che non smette mai di pulsare durante la Sua lezione, divenendo la cifra di una profonda e autentica spiritualità. Buon lavoro!
14/11/11 - 19:00 - Ornella 
Caro Dr. Ruga, la seguo con ammirazione da tempo e ogni volta che pubblica un nuovo video resto colpita dalla sua preparazione e dal modo di esporre, sempre sicuro e ordinato. I suoi insegnamenti, le sue spiegazioni, le sue idee su cosa sia un buon padre mi sono di grande aiuto sia per comprendere la mia non facile infanzia, sia per fare tesoro delle passate esperienze e tradurle in giusto insegnamento verso i miei figli. Il passato non si può cancellare, ma attraverso la riflessione e la comprensione psicologica è possibile tradurlo in qualcosa di utile. In ogni suo video a mio modesto avviso, lei riesce alla fine a dare una sensazione di riscatto, di rivincita sull’esperienza e sul passato. Il suo modo gentile di esporre, unito alla fermezza tipica di chi è padrone dell’argomento, risulta estremamente comunicativo e convincente. L’argomento che lei ha trattato, sono sicura, sarà utile a molti genitori a sviluppare un modo più riflessivo e saggio di offrire sostegno, incoraggiamento, ma anche autonomia e senso di libertà, permettendo al giovane di maturare partendo da solide basi. Io la ringrazio davvero tanto per la disponibilità e la generosità che manifesta nel mettere a disposizione di tutti le sue preziose conoscenze. Ornella
12/11/11 - 11:41 - Mario Bernasconi 
Complimenti per la trattazione del tema. Le citazioni sono di estremo interesse così come le conclusioni raggiunte. Ottima l’orchestrazione dei concetti. La sensazione che ho avuto è che il discorso mostri una figura paterna che parte da una condizione semi-indifferenziata e quasi fusionale con il figlio - necessaria agli albori dell’esistenza - ma che presto evolve verso una figura maggiormente differenziata e propulsiva, che favorisce l’individuazione e l’autonomia del figlio. Ho apprezzato molto questo messaggio insito nel discorso, direi subliminare o inconscio. Sito altamente istruttivo e di elevato profilo culturale.
12/11/11 - 08:49 - M. Oldani 
Mi vorrei soffermare su quanto giustamente dice quando spiega che: “il buon padre rappresenta il mondo delle idee, dei valori sociali, spirituali, religiosi, incarna l’autorità e la legge; un padre è un conquistatore del mondo, un eroe temerario, che infonde entusiasmo; il padre è uno che insegna al bambino la relazione con gli altri, è un maestro di relazione … Quando la figura paterna è carente sotto vari punti di vista, si fa strada un sentimento di solitudine pervasivo, e la persona matura l’ossessione di ridurre l’orizzonte del mondo alle quattro mura di casa, al riparo dalla mondanità e dagli altri, al riparo dai rapporti. E’ a questo livello che si gioca la vera partita con la vita.” Credo che questa sia la sintesi piena della missione educativa tesa al raggiungimento dell’autonomia, della differenziazione e (come Lei dice) della individuazione del figlio, che prenderà le distanze dal nucleo familiare, trovando la propria strada, sicuro di sé. Mi complimento per la scelta del tema e la brillante esposizione.
12/11/11 - 08:12 - Edoardo Tosi 
Concordo pienamente con Lei nel dire che "un buon padre è colui che si presta ad essere simbolicamente "ucciso", colui che riconosce questo destino psicologico nel figlio". Trovo che sia un concetto molto vero e molto profondo che sfocia naturalmente nel successivo, quando afferma che un buon genitore dovrebbe insegnare al proprio figlio ad essere temerario, creativo, audace. Complimenti per il sito e il canale youtube.
11/11/11 - 17:33 - Cristian 
Magari avessi avuto un padre con tutte queste doti. Il mio è stato invece più che altro un padre assente, o per altri versi, di una presenza ingombrante. Pretendeva risultati concreti, fatti e poche chiacchiere. Alcune caratteristiche le ho ritrovate nella descrizione che ne fa Kafka, ma fortunatamente non a quei livelli. Sicuramente devo quello che sono, in parte al metodo educativo duro a cui sono stato sottoposto. Sono stato sempre spronato a dare il meglio, con ottim risultati, aggiungo. Eppure, io non cerco di essere con i miei figli come mio padre è stato con me, piuttosto ricerco un modello differente e la descrizione che lei fa della figura di padre, mi convince per la accoglienza, la gentilezza, la flessibilità che traspare da questo papà simpatico e amorevole. Questa è la mia versione di padre ideale. Complimenti per il sito.
11/11/11 - 17:08 - Francesca 
Di mio padre ho un ricordo sfuocato poiché l’ho perso che avevo 11 anni. Ma ho avuto la fortuna di vivere dei momenti intensi, in cui mi sentivo capita, amata, e accettata anche nei miei difetti. Durante il periodo finale della sua malattia, pochi giorni prima di perderlo ci siamo abbracciati. Ricordo quel momento come fossimo una cosa sola, insieme. L’immagine mi emoziona ancora oggi, perché so bene quanta forza mi abbia trasmesso con il suo abbraccio. E’ passato tanto tempo da allora e credo di essere diventata una donna forte, equilibrata, una buona madre. Se dovessi dire cosa è un buon padre per me, direi che la risposta starebbe tutta in quell’abbraccio. E’ da quella fusione che sento di essere nata. Ascoltando le Sue parole dottor Ruga ho capito razionalmente ciò che il cuore mi aveva già sussurrato da tempo, e nello scegliere tra tante la parola per esprimere questa sensazione, userei “vai”. Grazie per la Sua bellissia lezione.
11/11/11 - 16:04 - Alessandro 
Sono entusiasta di aver involontariamente scoperto questo sito. I video sono tutti stimolanti e le lezioni davvero istruttive. Ho 17 anni e sto seriamente pensando di intraprendere gli studi di psicologia. Alessandro
11/11/11 - 14:39 - Monica 
Innanzitutto complimenti per il sito. Colgo l’occasione di commentare il post di Nicoletta: secondo me un padre deve anche essere un confidente, non solo, deve essere tante cose insieme e ognuna a suo tempo. Ruga, a mio avviso è stato chiaro in proposito e dal suo discorso non si evince che un padre debba essere solo un confidente, anzi, nel post chiarisce che “donare se stesso” significa fare il meglio di sé, donare disinteressatamente il proprio contributo … eccetera. Anche quando parla di “tatuaggio indelebile” si legge che considera il rapporto genitoriale una esperienza significativa che lascia il segno, ma poi precisa che “l’espressione stessa indica, metaforicamente che c’è sempre posto (sulla pelle come nell’anima) per altri nuovi tatuaggi, altre relazioni significative”. Un concetto questo che si collega al termine “Altro” inteso anche come esperienza che conduce ad un “altrove”: esperienza di apertura al mondo. Credo che questo sia proprio un non voler uccidere il desiderio, ma favorirlo e alimentarlo; funzione che è chiamato a svolgere un buon padre: è come dire ad un figlio “Vai, vola via!”. Esiste tuttavia un abuso del donarsi, ma questo è un altro paio di maniche…
11/11/11 - 11:27 - Nicoletta 
Riprendo il post di Federica Colombo. Se l'assunto iniziale era: cosa è un padre, com mai si è scivolati nella definizione di "buon padre" attraverso una sorta di decalogo della bontà? E Federica estende questo decalogo addirittura alla madre,al medico ecc...Insomma a tutta l'umanità.Tutti confusi in un solo pentolone. Ma siamo sicuri che un figlio davvero cerchi nel padre un confidente? Quale vantaggio ci sarebbe per il figlio nella dissoluzione della propria anima nel rapporto col padre ? Forse alcuni vantaggi pratici esisterebbero solo per il padre, un certo tipo di padre... Nicoletta due
10/11/11 - 18:19 - Federica Colombo 
Video molto interessante, ricco di citazioni e approfondimenti. Mi è piaciuto in particolare il taglio psicologico / psicoanalitico dell’analisi della figura paterna. Bellissima e quasi commovente la descrizione iniziale ripresa da Howthorne, a proposito del bravo medico: “Un buon padre allo stesso modo dovrebbe possedere una naturale sagacia …che potremmo chiamare intuizione … per portare la sua mente a una tale affinità con quella del figlio, che quest’ultimo, senza accorgersene, esprima a parole ciò che ritiene di aver solo immaginato… se a queste qualità di confidente unisce i vantaggi offerti dal suo carattere riconosciuto di colui che sa ascoltare, allora, in un qualche inevitabile momento, l’anima del figlio si dissolverà e comincerà a trapelare in un trasparente flusso che porta alla luce del sole tutti i suoi più riposti moti dell’anima”. Trovo che tale descrizione sia calzante sia ad un buon padre, sia ad una buona madre, sia ad un bravo medico e sia ad un bravo psicoterapeuta. Eccellente la sintesi del pensiero freudiano e la spiegazione del complesso paterno anche in una prospettiva religiosa. Quando poi, Dr. Ruga attinge all’esperienza kafkiana, il discorso assume un’intensità particolare e la Sua analisi diviene illuminante riguardo alle difficoltà insite all’essere padre. Lei si chiede più volte “cosa è un padre”. Io credo che in questo video noi abbiamo molteplici risposte, a vari livelli, letterario, psicoanalitico, religioso, culturale, sociale, di cosa possa essere considerato paterno. Padre, appunto. La saluto e la invito come molti hanno fatto a pubblicare nuovi video. Federica Colombo
10/11/11 - 17:25 - Nicoletta 
"Quando un padre esagera smarrendo il senso del limite e si dona troppo al figlio allora quel donarsi diventa vincolo,catena.Dunque assenza di libertà per il figlio". Mi allaccio a queste sue parole perchè le condivido solo in parte.Poichè non ritengo naturale e spontaneo per l'essere umano il "donarsi troppo", ma condizionato principalmente dall'educazione e dal contesto sociale, la moderna esagerazione paterna (perchè è un fenomeno soprattutto di oggi) nel "donarsi troppo" può essere vista come una forma di controllo esercitato non con la forza dell'interdizione ma attraverso una sorta di ricatto affettivo implicito ( di tipo materno/femminile), oppure una forma di compensazione, anche autopunitiva,attuata dal padre per placare i propri sensi di colpa/inadeguatezza verso il figlio? In quest'ottica quel "troppo donarsi" del padre, se non trova opposizione, non diventa una catena per il figlio che si traduce in assenza di libertà,ma, smarrimento della verità,ingessatura/superficialità del rapporto e per il figlio: morte del desiderio. Nicoletta due
07/11/11 - 15:49 - Padre Alberto 
Completo e professionale. Ho ascoltato con interesse la Sua lezione rigorosa e istruttiva. Come uomo di fede non entro nel merito della discussione che Lei apre con dovizia di citazioni e argomentazioni valide, non sempre completamente condivisibili, ma stimolanti sul piano culturale. Mi piace commentare dal punto di vista di ascoltatore interessato a temi psicologici, e trovo che il modo in cui espone l’argomento, la pacatezza nel modo di parlare, l’apertura mentale, la disponibilità verso il prossimo, la generosità, la mancanza di dogmatismo, la vastità dell’argomentazione, siano doti di un uomo di nobili princìpi, d’animo buono, le cui parole sono degne della massima considerazione. Con stima, Padre Alberto
04/11/11 - 17:15 - Roberto Ruga 
Buonasera a tutti. Vi ringrazio come sempre dei commenti e degli apprezzamenti che lasciate, poiché rendono il sito un luogo stimolante di riflessione. Vorrei commentare il post di Nicoletta perché mi sembra interessante chiarire e amplificare alcuni punti. “Donare se stesso” a mio modo di vedere è un’espressione generica, la si può intendere in vari modi. Per me significa fare il meglio di sé, donare disinteressatamente il proprio contributo, spendersi nella relazione, non sottrarsi, essere presente, trasmettere i propri principi e valori, donare senza aspettarsi nulla insomma (anche se un genitore si aspetta sempre di essere contraccambiato, magari nell’affetto). Ma si tratta appunto di un dono, non di una imposizione, ovviamente. Con l’espressione “tatuaggio indelebile” mi sono riferito al fatto che un rapporto genitoriale per la valenza che ha, di esperienza significativa, lascia il segno, nel bene e nel male. Tuttavia, come l’espressione stessa indica, metaforicamente c’è sempre posto (sulla pelle come nell’anima) per altri nuovi tatuaggi, altre relazioni significative (Freud al riguardo sembra radicale e categorico quando dice che l’uomo ricerca sempre nostalgicamente la madre, in ogni relazione). Mi sento comunque d’accordo con Hillman e con quanto Lei Nicoletta riporta. Il termine altrove lo trovo particolarmente appropriato ad esprimere la funzione di apertura al mondo e all’Altro (sinonimo di altrove, distante, diverso, sconosciuto, indefinibile, misterico e per ciò seduttivo o seducente), che un genitore deve svolgere nei confronti dei figli: è come dire ad un figlio “Vai! Vola via”. Ecco, quando un padre esagera smarrendo il senso del limite e si dona troppo al figlio, allora quel donarsi diviene vincolo e catena. E dunque assenza di libertà per il figlio. Il limite tra il donarsi appropriatamente e l’abuso del donarsi è un limite difficile da cogliere, poiché si entra nella soggettività dell’esperienza sia di figlio che di padre, si entra nella cosiddetta realtà psichica. Vi saluto e vi faccio tanti in bocca al lupo! Roberto Ruga
04/11/11 - 16:12 - Nicoletta  
Mi allaccio al post di Caterina e ad un suo commento e pongo alcune domande: sarebbe davvero un "buon padre" colui che dona se stesso? Inoltre è davvero importante approfondire in modo radicale il rapporto con il padre fino a farlo diventare un "tatuaggio indelebile" cui il pensiero non potrebbe sottrarsi? Oppure come dice Hillman il valore fondamentale del padre per la famiglia consiste nel mantenere i contatti con l'altrove? Il padre "deve tenere i piedi in un altro spazio e un orecchio sintonizzato su altri messaggi" senza perdere la sua vocazione nè dimenticare i suoi obblighi nei confronti del desiderio e dell'immagine che incarna poichè se li smarrisce (ad esempio donando se stesso ai figli) anche la sua testimonianza, da trasmettere ai figli, si perde e si svuota di significato.
03/11/11 - 18:36 - Caterina 
Meraviglioso video, lo dedicherei a tutti i neo-padri, perché abbiano consapevolezza delle loro azioni sui figli. Vorremmo tutti un padre che corrisponda alla descrizione iniziale, un padre che comprende e sa ascoltare, sa cogliere il non detto nella comunicazione, sa accogliere e sostenere, sa insomma donare se stesso. Purtroppo padri così esistono solo nel mondo delle fiabe, oppure esistono ad intermittenza, quando per un istante ti guardano e si accorgono di te, per allontanarsi subito dopo e immergersi nei loro progetti. Scusi lo sfogo, Dottore, il suo video ha acceso in me emozioni forti, interrogativi cruciali che pretendono risposte. Lei ha usato parole taglienti, ispirandosi a passi letterari intensi che poi ha meravigliosamente accostato a riflessioni psicologiche. Il risultato è un’analisi penetrante e potentemente evocativa di stati d’animo infantili, direi originari. Ho ascoltato molti dei Suoi video e ho sempre trovato risposte concrete alle problematiche esposte, ma questa volta mi è stato particolarmente difficile trovare le indicazioni per essere buoni genitori, o per salvarsi dai cattivi genitori. L’essere buoni genitori sembrerebbe una qualità genetica: o lo si è o non lo si è, insomma è una cosa che non si può imparare. E questo è triste. Tuttavia, riascoltando una seconda volta il Suo video, mi sono imbattuta in una sensazione di riscatto, un’idea che implicitamente è contenuta nel video stesso. Il riscatto è dato dall’Arte; infatti Franz Kafka è diventato un Artista probabilmente grazie proprio all’esperienza di un padre-padrone. E questa risposta è insita nel Suo video, implicita nel Suo meraviglioso discorso. Non è una cosa che ho compreso immediatamente, ma proprio per questo, averlo fatto dopo, mi ha dato una sensazione liberatoria che definirei a chiare lettere: riscatto.
03/11/11 - 16:37 - Don Carlo 
Caro Dr. Ruga, è sempre un piacere poter vedere i Suoi nuovi video, sempre ricchi di contenuti, affrontati con impeccabile professionalità e degni della massima attenzione. La Sua lezione sul ruolo del padre è altamente istruttiva sotto il profilo psicologico e affronta la questione anche da un punto di vista religioso, in particolare dalla angolazione che Freud – padre della psicoanalisi – ha proposto. Ho apprezzato molto il Suo non schierarsi né a favore di questo grande pensatore e né contro, poiché a me pare evidente che ciò che a Lei interessa è prevalentemente il discorso culturale in senso stretto, che, in quanto tale esula da dogmatismi o schieramenti. Oltre ad essere un abilissimo oratore e un professionista invidiabile, Lei dimostra un atteggiamento propriamente religioso, nella misura in cui dona disinteressatamente il proprio sapere, prendendoci gusto nel farlo. Io credo che solo per questo fatto Lei meriti ogni riconoscenza e mi fa piacere poter contribuire personalmente in tal senso. La saluto caro Dr. Ruga con tanta simpatia, augurandoLe di mantenere il Suo entusiasmo giovanile per l’approfondimento e la diffusione di Cultura, poiché Le riesce egregiamente.
03/11/11 - 09:12 - Viviana Seramondi 
Cosa è un padre. Titolo molto accattivante, che suscita subito interesse. E l’interesse non si ferma al titolo, prosegue intenso per tutta la durata del video, divenendo a tratti commozione e compassione per la sofferta esperienza di un figlio maltrattato, abusato, rifiutato; che viene raccontato attingendo a piene mani dalla letteratura universale e poi spiegato utilizzando il grimaldello della psicoanalisi. Tutto molto istruttivo. Di più: formativo. Inutile stendere le lodi per l’idea, l’elaborazione e la realizzazione di questa magistrale lezione. Grazie.
02/11/11 - 11:57 - Dario Celani 
Grazie Dr. Ruga per condividere questi meravigliosi video. Il Suo lavoro sulla figura paterna fa molto riflettere sulla missione genitoriale e sul un ruolo delicatissimo dell’essere padre. Mi è piaciuto il Suo discorso perché non è solo teorico, ma scende nella concretezza di esempi tratti dalla vita ordinaria, che entrano nei dettagli di scene reali, acquistando una particolare intensità comunicativa. La esorto a continuare la Sua utilissima opera divulgativa di un sapere psicologico oggi così prezioso. Dario Celani
02/11/11 - 10:49 - Simona Avesani 
Abilissimo nel muoversi tra letteratura e psicoanalisi, religione e arte: sembra di ascoltare più esperti trattare lo stesso tema. Ho contato almeno una decina di citazioni appartenenti a campi distinti, accostate in modo tale da rendere il discorso completo. Esposizione esemplare, che coinvolge per ritmo e coloritura lessicale; il risultato è una imperiosità del vocabolario, dinamicamente utilizzato come leva per amplificare degnamente i concetti essenziali. E’ evidente come il discorso persuasivo si muova su di un registro emozionale che rinforza la valenza introspettiva del discorso. Gran bel sito, stracolmo di succulenti filmati, che spiegano l’universo psicologico, dando la sensazione a chi ascolta di poter entrare e percorrere testi di Autori non facili, il cui pensiero viene offerto al pubblico più vasto su di un piatto d’argento. Simona Avesani
02/11/11 - 08:57 - Paolo Rampazzo 
Bellissimo video. La figura del padre viene vista sotto varie angolazioni: psicoanalitica, religiosa, letteraria; ma mai avevo assistito ad un’analisi così profonda delle conseguenze di uno stile educativo antiquato, soprattutto quando esso sconfina in abuso o in vera e propria violenza psicologica ancora prima che fisica. Tema attuale e difficile da trattare senza scadere in osservazioni banali e senza scvivolare in un incomprensibile linguaggio tecnico. Lei ci riesce brillantemente, erogando un fiume di concetti di pregiato valore didattico, educativo, pedagogico, morale e clinico, lucidamente architettati ed esposti con la dovuta enfasi. Complimenti dottore. Vada avanti.
02/11/11 - 07:58 - Don Nunzio 
Illustrissimo Dottor Ruga, è sempre un grande piacere poter vedere i Suoi nuovi e accuratissimi video, che spaziano agilmente tra discipline apparentemente lontane tra loro, apportando contributi illuminanti, che allargano gli orizzonti delle singole materie. Poiché La ritengo un uomo dotato di straordinario talento, nel commentare la Sua superba lezione, vorrei riportare alcune considerazioni di Raniero Cantalamessa, che sull’Osservatore Romano scrive: “Sulla fede cristiana in Dio come Padre si è abbattuto il "sospetto" freudiano, come una gelata notturna in primavera. Il sospetto ha il potere di inquietare e gettare il dubbio su tutto, finché lo si lascia agire nel suo ambiente naturale che è l’incertezza, il vago, la penombra. Ma bisogna distinguere nettamente il Freud geniale inventore della psicanalisi e il Freud teorico della religione. Egli gode immeritatamente, nel secondo campo, della fama meritatamente conquistata nel primo. Una osservazione che Freud ripete in continuazione nelle sue opere è quella della ambivalenza dei sentimenti e tale appare chiaramente il suo sentimento nei confronti della religione: un misto di attrazione e di ripulsa, di ammirazione e di disprezzo. Scrive: "Quanto invidiabili appaiono a noi di poca fede coloro che sono convinti della esistenza di un Ente supremo! Possiamo soltanto dolerci se certe esperienze di vita ed osservazioni della natura ci hanno reso impossibile accettare l’ipotesi di un tale Essere supremo". Letta serenamente, liberi perfino dall’ansia di doverla confutare, l’opera di Freud apporta al credente cristiano una straordinaria conferma della sua fede. Egli riduce tutta la religione a nostalgia del Padre; questa è la molla di tutto, la realtà psicologica che si nasconde dietro ogni manifestazione religiosa. Ma tutto questo si tramuta in una apologia straordinariamente convincente del vangelo di Cristo che ha appunto nella paternità di Dio il nucleo più profondo della propria dottrina. Il posto che occupa Dio Padre nella rivelazione cristiana è l’unico che risponde adeguatamente all’importanza che il padre riveste nelle analisi di Freud. Siamo d’accordo che c’è nell’uomo una insopprimibile "nostalgia del Padre" e tutto deriva da qui e tende a questo, ma la spiegazione è molto più semplice della mitica uccisione del padre dell’orda primordiale. Agostino l’ha formulata così: "Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te". Per il credente non è la fede nell’esistenza di un Dio Padre a dipendere dall’importanza che ha il padre terreno nella vita, ma, viceversa, l’importanza che il padre riveste nella vita umana a dipendere dall’esistenza di un Padre "dal quale tutto proviene e al quale tutti tendiamo". La fede in Dio Padre non esce dunque minata, ma rafforzata dal confronto con Freud”. Nel salutarLa Dr. Ruga, Le rinnovo ancora una volta i miei più sinceri complimenti per l’encomiabile lavoro divulgativo che svolge con irriducibile passione e competenza, augurandoLe di mantenere intatto il Suo atteggiamento di generosità e di altruismo, che trapela in modo del tutto evidente dai numerosissimi commenti dei Suoi pazienti che periodicamente riceve. Con stima, Don Nunzio

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