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La musica dell'inconscio




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27/03/17 - 08:45 - Roberto Ruga
RIASSUNTO DEL VIDEO La musica è un linguaggio universale, che veicola emozioni. Le emozioni - come la tristezza – evocate da un brano musicale, sono meno minacciose di quelle reali, e grazie all’ascolto possono essere più facilmente metabolizzate. La musica moderna (Jazz, dodecafonica) con i suoi accordi “alterati” e dissonanti induce nell’ascoltatore l’emersione di una realtà inconscia, visionaria, perturbante, fantasmatica, che traduce bene il sottosuolo dell’anima, fatto di desideri inesprimibili, repressi o taciuti. Le atmosfere rarefatte di certe composizioni moderne creano le condizioni favorevoli affinché possa emergere il pianeta interiore, popolato da immagini misteriose e rimosse, che attendono di essere elaborate. Lo smarrimento che tale ascolto provoca è temuto e ricercato al tempo stesso, in quanto offre la possibilità di contattare questi aspetti “Ombra”, che vengono proiettati dall’interno all’esterno della Psiche, grazie al linguaggio simbolico-musicale, che condensa il disagio esistenziale. La musica riesce a penetrare nelle profondità dell’inconscio quando è imprevedibile, fluttuante e libera, riuscendo così a sorprendere l’io, per dare spazio a qualcos’altro che emerge dal profondo, come avviene nelle associazioni libere suggerite da Freud ai suoi pazienti. Quando il linguaggio musicale non è più familiare, l’io si eclissa, l’atmosfera diventa misteriosa, evocativa di qualcosa che si cela negli anfratti della Psiche. L’inconscio per potersi manifestare ha bisogno che l’io improvvisi. Quando l’io improvvisa, la Psiche accade nella sua autenticità sconosciuta all’io. Siamo pienamente autentici quando facciamo convergere razionalità e inconscio, logica e sogno. Se invece regna solo l’io, siamo parziali, incompleti. L’integrazione della personalità richiede una sintesi creativa dei suoi vari aspetti. E’ questa la promessa implicita e il fascino della musica stessa. Perché l’irrazionale e il fantastico possano emergere, occorrerà che l’io si faccia da parte, almeno momentaneamente. In campo musicale, quando la tonalità non è chiara, l’io non trova appigli su cui costruire le proprie certezze, ecco che allora è propenso ad immaginare e proiettare sull’esterno ciò che produce nel suo intimo. Quando ogni agglomerato di suoni è sottratto a qualsiasi gerarchia precostituita, i singoli suoni contengono una propria carica dinamica, che impedisce al discorso musicale di svolgersi secondo l’antica ordinata successione di tensioni e appagamenti: la frase musicale è agitata da un “nervosismo” che non conosce tregua. Là dove manca la familiarità, diviene necessaria l’interpretazione, nel tentativo di colmare l’assenza di senso melodico. Se l’io deve interpretare è costretto a proiettare parti di sé sull’oggetto. Mentre l’io proietta, emergono contenuti inconsci, perché ciò che è inconscio viene facilmente proiettato e visto su ciò che ci sta davanti. Le voci del dialogo musicale si abbandonano alla confessione, in una sorta di liberazione di voci plurime e contraddittorie, “liberamente fluenti”, che inducono un’estraneazione allucinata, seguendo ognuna un percorso proprio, non subordinato a quello delle altre (autonomia delle voci). La musica moderna crea atmosfere rarefatte, evocative, in cui l’ascoltatore viene condotto a vagare tra stati d’animo svincolati da ogni principio che governa il pensiero logico, come se fossimo in un sogno. Ecco che la musica si muove ad ondate, con dei crescendo magici, intrisi di grandiosità e mistero. Questo nuovo tipo di musica, ci impegna in una condotta di ascolto molto diversa da quella che si utilizza di solito. Occorre, cioè, un nuovo approccio, quello poetico-simbolico, poiché i nostri consueti mezzi di analisi sono inutilizzabili. Il formulario tipico della classicità, con i suoi giochi simmetrici di “domande” e “risposte” viene abbandonato insieme al binario armonico della melodia, producendo il senso di un’attesa estenuata, inappagata e inappagabile. Il vuoto melodico richiede all’ascoltatore la “capacità negativa” del saper sostare nell’incertezza dello spaesamento, che prelude alla meraviglia. L’atteggiamento giusto per ascoltare la “musica dell’inconscio” è un’attenzione fluttuante. Si tratta di una sospensione volontaria dell’incredulità riguardo a ciò che accade, e quindi uno stato di apertura al “vuoto fertile”. E’ qui, che ha luogo la suggestione, che disorienta, svia, per condurre l’ascoltatore in un altrove imprevedibile, creando movimento psichico. L’ascolto diventa un’avventura inesauribile che ci strega con melodie ineffabili, inclassificabili, allusive perché rimandano a significati nascosti e segreti, che incarnano e fanno “risuonare” il nostro pianeta interiore, contattando quei fantasmi che coincidono con il nostro desiderio inconscio. Sta qui l’opportunità che viene offerta all’ascoltatore immerso nello straniamento. Questi vacilla, vive il conflitto delle dissonanze tra voci inconciliabili, dissociate. Ma è proprio questo, lo stato d’animo del creativo, degli iniziati, di chi ama “danzare” con il dolore e si sa nutrire della polarità, del conflitto, attraverso una regressione al servizio dell’Io. La musica scava, ma è uno scavare contemplativo, incantatorio, trasformativo, che rende l’io più cedevole, più elastico, meno unilaterale. Questa musica comincia dove finisce il potere delle parole, ci parla di ciò che la parola non riesce a dire. Roberto Ruga
13/09/13 - 15:25 - Valentina (Bari) 
Bel discorso, ricco di sottili interpretazioni. Molto bravo!
26/02/13 - 03:42 - Andrea Iacono
Salvre professore, inanzitutto complimenti per il suo lavoro, da questi video traspare forte la sua passione per quello che fa. Sono un giovane non-musicista di 23 anni, nonché appasionato di psicologia. Pur senza aver mai avutò la fortuna di consultare del materiale adatto al riguardo, le confesso di aver intuito anlcune delle associazioni tra figura musicale e "locus" psicologico. In particolare riguardo alle dissonanze. Ho scritto tempo fa in uno dii quei post spontanei da bacheca di facebook che "Una dissonanza è l'attrito tra la tua anima e il mondo esterno che preme per averti. E' un gemito quasi disumano, ma è quanto di più umano ci possa essere. Solo un'anima viva si lamenta dal dolore". Inoltre credo di aver notato un'altra cosa. Io ascolto prevalentemente musica Metal, e la considero una stravagante quando completa evoluzione della musica classica. La gente in genere tuttavia reagisce con il rifiuto a determinate sonorità, perché generalmente ritenute poco armoniose o "casinare". La mia idea, considerando che per quanto riguarda la maggior parte degli esponenti metal, si parla di ottmii musicisti e non di suonatori arrangiati, è la seguente: o chi genera la musica è generalmente "psicologicamente" così diverso dall'ascoltatore medio (i metallari sono tutti un po' antisociali) da apparire addirittura un altro pianeta, un qualcosa di incomprensibile, oppure, quelle sonorità evocano la liberazione di "immagini" psichiche generalmente tenute sotto la censura, come la rabbia e la protesta estrema, o anche una dichiarazione di sofferenza troppo "vera". Lei cosa ne pensa? La invito ad ascoltare questo brano come esempio, pregandola di valutarlo in maniera oggettiva e lontano dal comune pregiudizio al quale questo genere è condannato da sempre. Mi piacerebbe conoscere dell'esistenza di eventuali altri studi sull'argomento. La ingrazio in anticipo sia per la sua risposta che per l'aiuto che i suoi video mi hanno dato in questo periodo, sentir parlare di psicologia pur senza avere la possibilità di andare a fare un consulto con qualcuno (momento economico critico) è come ricordarsi che il sole esiste dopo un mese di pioggia. La saluto.
10/05/12 - 09:55 - pietro dall'oglio
Stimato Professore ho visto con molto interesse il video in oggetto e mi congratulo con Lei per il meraviglioso sforzo di sintesi e profondita' , io sono un musicista percussionista e compositore e cantautore autore tra l'altro negli anni 80 del prima manuale italiano di percussioni afrocubanee brasiliane , ho vissuto sia in africa ( senegal) ma anche uganda e brasile cuba per lunghi periodi in diretto contatto col mondo dei percussionisti , dalle sue parole intorno a Shomberg ho notato oltre al concetto di mancanza di senso della musica che costringe " l'ascoltatore"a interpretare la musica e quindi a "individuarla " ma anche il concetto di ossessivita' importante ad es nei riti propiziatori arcaici es santeria cubana kandomble' brasiliani o alle musiche ossessive di java eccecc secondo me la musica dell'inconscio e' nata migliaia di anni fa proprio magari dalla " madre africa " e' stato lo sviluppo delle barriere che l'uomo si e' autonomamente creato affinche' tale strumento di introspezione abbia in parte perso con il tempo la sua vivacita' e genuinita' ( o meglio lo abbiamo solo relegato e ghettizzato a favore di alcune razze ) , io mi permetto di suggerire che cio' che crea una vera dimensione di estasi in genere e' cio' che ci puo' permette di raggiungere la nostra ombra a prescindere dal genere musicale in se stesso ( es percussioni , musica newage , jazz e perche' no un buon cantautore che con le sue parole potrebbe svolgere autenticamente il ruolo di guida al nostro percorso )io ad es a volte quando ascolto alcune musiche es new age o anche musica classica mi ispirano pensieri e sensazioni che poi riporto in testi di future canzoni ,lasciamo l'uomo libero come gli astrattisti di essere liberi di cogliere lo spunto per trovare se stessi l'importante e' ascoltarsi , trovo inoltre utile proporre questa mia riflessione : io sono convinto che l'essere artista e' una dichiarazione impegnativa ma anche personale , chi e' che decide a priori se uno e' artista ? dal numero di ascoltatori ? dal numero di dischi venduti ? dall'accettazione che hanno gli altri di tale dimensione ? quanti sono artisti anche senza saperlo ? ritengo che nell'accezione di musicista compositore l'importanza di conoscere ( anche se inconsciamente o maniera innata le regole della musica vedi alcuni esempi da lei riportati )sia comunque necessaria e fondamentale , quanti negli anni 80 facevano " free" music senza sapere cosa era una scala musicale e trovavano nella free un escamotage a superare la loro ignoranza ......e quanto male hanno fatto alla musica ! chi ha veramente le capacita' per comprendere e gestire tutto l'alfabeto musicale puo' poi permettersi di fare free sempre secondo me , e specie nelle percussioni cio' e' avvenuto , quanti pensando che per suonare un tamburo fose sufficiente solo sentire il ritmo o dire semplicemente sei di colore quindi sai suonare ce lo hai innato nel sangue !! ( questo mi ricorda molte teorie importanti di freud e jung in merito al condizionamento del luogo e della storia della nostra famiglia ...siamo figli della storia ...) ma io personalmente ho insegnato ad africani e brasiliani .....un conto e' conoscere perche' si e' stati fin da piccoli a contatto con chi suonava correttamente un tamburo e un conto e' dire ci sono nato ...certo la predisposizione e' importante ma lo studio con la passione sono insostituibili . diverso e' il discorso dellla figure dell'autore di testi .....anche qui ci sono delle regole da rispettare ! ma una bella lettera scritta ad es da un uomo abbandonato ....puo' essere arte e anche solo se una persona o anche solo se stesso in questo gesto trovi la sua anima la sua emozione vera la sua estasi e' gia' di per se arte !( e' la paura di creare un mondo di persone pensanti che spesso spinge chi tiene le file dei burrattini a impedire la nascita dell'emaozione dell'arte personale vedi lo schifo che ha creato la televisione....le persone non suonano piu' quasi non ascoltano piu' la musica a parte che farsi trascinare in una discoteca per non parlare della lettura e della voglia di scrivere anche solo per se stessi l'arte deve essere un bene collettivo e non di pochi ) tutto qui con stima pietro
05/03/11 - 12:50 - Salvatore (Porto Recanati) 
Assolutamente unico! Ogni individuo dovrebbe riscoprire il Sè, attraverso un percorso musicale inconscio, è sicuramente il percorso più affascinante, e penso che la musica dovrebbe solo seguire regole inconscie. Se tutti la pensassero così
15/12/10 - 17:40 - roberta lugoli
Con questo messagio le esprimo tutta la mia stima. Ho ascoltato e visto con estremo interesse alcuni dei suoi video. Sono un'insegnante di filosofia alla continua ricerca di un contatto profondo con il mio inconscio e con quello collettivo. Ho visitato molti siti in cui queste tematiche sono affrontate in modo dignitoso, ma devo ammettere che la sua esposizione è stata veramente illuminante. Grazie.
16/09/10 - 23:04 - Siapama 
Grazie Professore, sono un ragazzo di tipo Idealista Champion, e faccio il musicista come secondo lavoro, sono uscito da una storia d'amore reale e surreale fatta di sincronicità, ma purtroppo finita per motivi personali, che ha portato alla perdita di amore da parte di lei, ed ora sto affrontando il distacco... sono un folle appassionato di psicologia, e guarda caso anche lei lo è, nonchè lei è borderline, perciò sono stati per me mesi d'inferno come di paradiso, io ho affrontato in passato e penso di essere guarito del tutto sotto le cure del Prof.Giampaolo Perna il disturbo Narcisistico, anche se ora sono in smarrimento e il 20 ho appuntamento con un professore vicino a casa mia... dopo questa presentazione gli faccio i miei più cordiali complimenti!! Lei è una persona eccezionale... più di un genio... dato che sono molto appassionato di musica sperimentale e di inconscio... visiterò il suo sito ogni giorno, e spero di incontrarla una volta... arrivederci
01/06/10 - 11:17 - Lanfranco (Genova) 
Pensavo di trovare un video musicale e invece ho trovato molto di più: una lezione molto bella su come l'inconscio si esprime attraverso la musica. Si potrebbe affermare che l'inconscio ha una sua musicalità?
09/05/10 - 18:28 - Romolo 
Bellissima lezione! Lei ha classe da vendere!
07/05/10 - 18:35 - Sandro (Na) 
Complimenti per le spiccate qualità oratorie e i contenuti originali.
25/04/10 - 22:12 - Ivan (Roma) 
Proprio bello questo sito e i filmati.
12/05/09 - 17:48 - Donatella 
Idee originali e affascinanti. Complimenti per il sito, infinitamente ricco di materiale.
22/04/09 - 10:35 - Andrea Sardi 
Insegno armonia complementare in Conservatorio e trovo le Sue osservazioni sulla costruzione del discorso musicale molto pertinenti e interessanti. Non esistono lavori specifici sui risvolti psicoanalitici della musica atonale moderna, perciò la Sua accurata disamina delle armonie "inconsce" direi che è originale e innovativa. Suonare la musica dell'inconscio è certamente una qualità rara che i compositori moderni si sono sforzati di esprimere e che Lei ha così abilmente messo in evidenza. Le auguro di definire ulteriormente queste Sue idee innovative e di tradurle in un testo che sicuramente sarà accolto con favore.
18/04/09 - 22:39 - Mario (Milano) 
Formidabile! Complimenti.
10/04/09 - 15:38 - Carlo Andreani (NA)
Argomento affascinante e decisamente nuovo. Lei lo affronta come se la materia esistesse da sempre. In realtà esistono pochissimi contributi in merito e sono deludenti. Lei getta luce su un universo sconosciuto e per sua natura indefinibile. Molti musicisti da Freu in poi (ma lo facevano da prima, senza saperlo) si sono proposti di suonare la musica dell'inconscio. Lo hanno fatto. Ma proporsi di analizzare quelle produzioni musicali usando il grimaldello della psicoanalisi, e cioè a parole è sicuramente impresa alquanto ardua. Mi complimento per la sua analisi originale che sicuramente stimolerà nuovi lavori in questa direzione.
14/03/09 - 16:20 - Orazio 
Un connubio riuscitissimo tra musica e psicologia.
06/03/09 - 19:42 - Roberto Ruga
Sono contento Maurizio che lei trovi esilaranti i miei video. Spero non nel senso di "ridicoli". E le auguro che continuino a metterla di buonumore. Del resto, la psicoterapia serve a farci star meglio! Saluti
06/03/09 - 18:57 - Maurizio 
Il più bel sito di psicologia che mi sia capitato di visitare! Sono un appassionato della materia e trovo questi video un'idea esilarante.

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